Lo Yoga è una Via esigente, difficile, quasi impossibile. È la via del ridimensionamento dell’Ego. In ogni momento della mia vita infatti ho due possibilità: ridimensionare l’ego o rinforzarlo. Non ci sono alternative, perché come dice Gesù, ‘un servo non può servire due padroni’. Rinforzare l’Ego è l’ottica callistenica (kállos ‘bellezza’ e sthénos ‘forza’), una via di continuo confronto con se stessi e quindi con gli altri, cioè una via divisoria. Invece ridimensionare l’ego è l’ottica – per dirla con i Sufi – che porta all’essenza di se stessi e, nella misura in cui vado incontro alla mia essenza, posso andare incontro all’altro, cioè percorro una via unitiva. Ed è questo che vuole lo Yoga, l’ottica in cui ognuno di noi, allievi e insegnanti ancora di più, deve entrare. Infatti lo Yoga non è la risposta al ‘che cosa?’ o al ‘come?’ ma è la risposta al ‘perché?’. Perché pratico e insegno? Quali delle due vie voglio percorrere? Qual è la motivazione profonda che mi porta tutti i giorni sul tappetino a praticare e insegnare? Perché da questa in ogni momento sono chiamato a una scelta che crea la volontà di significato della mia vita, che darà forma alla mia vita. Nessuno può rispondere al mio posto, nessuno può confrontarsi con questa Via al mio posto, nessuno può valutare il mio aderirvi o meno. Solamente io, con onestà, posso rinnovare quotidianamente questa scelta.
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